Gennaio in Lapponia:un viaggio fotografico di pochi giorni per testare i propri limiti, l’equipaggiamento, la resilienza. Un percorso di qualche centinaio di chilometri, sci e ciaspole ai piedi, a temperature proibitive prossime a -30°C dove la borraccia termica va riempita di acqua bollente e protetta con un’ulteriore coperta isolante solo per evitare che a fine giornata l’acqua sia un massiccio blocco di ghiaccio. A queste temperature anche gestire l’attrezzatura è una sfida: batterie che vanno tenute a pelle e inserite pochi istanti prima dello scatto, vetri che congelano solo perchè si è inavvertitamente respirato vicino ad essi. 4 ore di luce al giorno, con un sole che non sale più di pochi gradi dall’orizzonte. Ricordo quando un attacco dello sci si è spaccato nel mezzo del nulla. Ricordo i 20 km su neve fresca e polverosa fatti con delle ciaspole di emergenza che affondavano di 1 metro ad ogni piè sospinto. E penso che non lo dimenticherò a breve. Il ritorno al campo base a fine giornata ricompensava però ogni volta qualsiasi fatica: lo scoppiettio del fuoco, le Pulla (i tipici dolci alla cannella) e soprattutto il calore di un popolo che vive la sua vita governato dal clima ma che non si lascia gelare l’anima. Anche per questo viaggio crescerà la sezione Articoli con racconti, aneddoti, curiosità e indicazioni di viaggio.
Viaggiare leggeri, tecnici e caldi: questo era il punto chiave. Batterie in contenitori termici riscaldati dagli scaldamani chimici. Attrezzatura avvolta negli assorbitori di umidità. Chilogrammi risparmiati in ogni modo. Nikon D7100; Tokina 11-16; Nikkor 18-200; filtro CP, GoPro Hero 3, treppiede e testa a sfera per gli scatti in notturna.